In qualsiasi pavimento la sicurezza è un pilastro fondamentale. Per garantire la stabilità della superficie la pavimentazione antiscivolo è la scelta migliore, scongiurando possibili rischi e cadute pericolose in caso di presenza di sostanze come acqua ma anche resti di cibo, polvere e liquidi quali grassi e oli.

Se si vuole incrementare ulteriormente la resistenza della pavimentazione, aumentandone la sicurezza, si possono mettere in campo specifici accorgimenti ad hoc a cui ricorrere durante la fase di progettazione del rivestimento, oppure usare delle dotazioni apposite come i tappetini antiscivolo. 

Ma cosa prevede la normativa in merito alla pavimentazione antiscivolo? Scopriamolo nel dettaglio.

Pavimentazione antiscivolo: la normativa di riferimento in Italia

Scivolare mentre si cammina su un pavimento è una situazione davvero pericolosa nell’ambito della quale si possono verificare anche infortuni, in alcuni casi molto gravi. Per stare alla larga da questa situazione, evitando che la pavimentazione diventi una trappola, è necessario usare materiali capaci di garantire un alto livello di attrito (più è alto minore è la scivolosità). 

Inoltre, bisogna puntare su rivestimenti che abbiano un’elevata resistenza allo scivolamento: questo permette sia di mettere in sicurezza il pavimento, sia di rispettare la normativa vigente. 

Per quanto riguarda la pavimentazione antiscivolo a livello italiano la normativa di riferimento è il Decreto legislativo 81/2008, conosciuto anche come “Testo Unico per la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro”, allegato XIII, punto 4.1:

“I pavimenti dei locali non devono presentare protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi; essi devono essere fissi, stabili e antisdrucciolevoli.”

Altra normativa importante è il Decreto Ministeriale 236 del 1989 che definisce la pavimentazione antisdrucciolevole come un pavimento creato con materiali il cui coefficiente di attrito è misurato in base al metodo British Ceramic Research Association (B.C.R.A.). 

Si tratta di una rilevazione strumentale riguardante la misura dell’attrito dinamico (µ) a cui una superficie deve rispondere per essere considerata antisdrucciolevole, che deve essere superiore a 0,40 per elemento scivolante in cuoio su pavimentazione asciutta e 0,40 per elemento scivolante in gomma su pavimentazione bagnata, valori non modificati in base allo strato di finitura lucidante o di protezione.

Come migliorare l’aderenza sulla superficie 

Nell’ambito dei pavimenti antiscivolo, a livello europeo è particolarmente importante la normativa tedesca DIN 51130 che fissa delle classi tramite le quali vengono dettate le proprietà antiscivolo delle superfici. Ogni classe è determinata dall’angolo di pendenza a cui una data superficie deve risultare antiscivolo.

Per ottenere una buona aderenza della pavimentazione è fondamentale investire nel giusto rivestimento che, oltre a rientrare nei parametri previsti a livello normativo, deve essere contraddistinto dall’alta resistenza meccanica. Soprattutto se il pavimento viene usato in contesti industriali: infatti, in alcuni ambiti lavorativi, il pavimento è soggetto al passaggio di carichi pesanti, agli agenti atmosferici e a sostanze corrosive. 

Per ottenere pavimenti antiscivolo per interni e per l’esterno, si possono applicare dei trattamenti posteriori, migliorando così le capacità antisdrucciolo del rivestimento.

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